Le strategie dell’oblio

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LE STRATEGIE DELL’OBLIO
Percorsi e ricorsi nel cinema italiano sulla Shoah dal 1945 al 2016 (2017)
Universitalia edizioni, Roma, 2017
IISBN 978-88-6507-830-3

Dalla rimozione collettiva di un passato difficile persino da pensare e da immaginare, oggi il nostro cinema appare fervido di attenzione verso lo sterminio ebraico.  Eppure, questa fruizione esperienziale del ricordo della Shoah arriva ad un vero e proprio sganciamento dai fatti storici per assurgere ad una rappresentazione del male assoluto, un male metastorico che poco ha a che fare con la nostra storia italiana e le nostre responsabilità.  In questa ottica l’amnesia collettiva e la ridondanza della memoria sono due poli di uno stesso problema. L’attento e ricco lavoro di analisi e ricostruzione del cinema italiano sulla Shoah di Alessandro Izzi si pone al crocevia tra storia e memoria.

Ripercorre le varie fasi storiche che corrispondono al racconto della rappresentazione della Shoah e della memoria collettiva e trova tra il silenzio del dopoguerra e la saturazione commemorativa dei nostri giorni un filo rosso comune che costituisce proprio il nucleo centrale del libro.
(Claudia Gina Hassan)

LE STRATEGIE DELL’OBLIO Percorsi e ricorsi nel cinema italiano sulla Shoah dal 1945 al 2016 (2017) Universitalia edizioni, Roma, 2017 IISBN 978-88-6507-830-3

Dalla rimozione collettiva di un passato difficile persino da pensare e da immaginare, oggi il nostro cinema appare fervido di attenzione verso lo sterminio ebraico.  Eppure, questa fruizione esperienziale del ricordo della Shoah arriva ad un vero e proprio sganciamento dai fatti storici per assurgere ad una rappresentazione del male assoluto, un male metastorico che poco ha a che fare con la nostra storia italiana e le nostre responsabilità.  In questa ottica l’amnesia collettiva e la ridondanza della memoria sono due poli di uno stesso problema. L’attento e ricco lavoro di analisi e ricostruzione del cinema italiano sulla Shoah di Alessandro Izzi si pone al crocevia tra storia e memoria.

Ripercorre le varie fasi storiche che corrispondono al racconto della rappresentazione della Shoah e della memoria collettiva e trova tra il silenzio del dopoguerra e la saturazione commemorativa dei nostri giorni un filo rosso comune che costituisce proprio il nucleo centrale del libro. (Claudia Gina Hassan)

Le strategie dell’oblio, nel  muoversi all’interno del contraddittorio rapporto che lega il cinema italiano e la Shoah segue  un percorso che ha dei precedenti non numerosi ma considerevoli anche nell’ambito degli studi italiani, con la differenza che il corpus di opere, dal cinema d’autore al cinema popolare, con il quale si misura è davvero consistente, andando ben aldilà dei casi di studio più citati e conosciuti, attraversando generi e modelli, anche hollywoodiani, e la storia stessa del cinema italiano – dal neorealismo appunto alla commedia popolare, a un nazi che non cessa di esercitare la sua influenza, all’horror, senza mancare di offrirci ingressi inconsueti e a volte inaspettati nel suo includere tutti quei materiali che in modo più o meno esplicito o addirittura silente si offrono quali territori di indagine.
(Giulia Fanara)

Premio Assosinderesi Award 2023 – 1° CLASSIFICATO
Premio Internazionale “Voci – Città di Roma” 2023
– Quinto classificato
Premio Nazionale Franz Kafka Italia 2019 – Secondo classificato
Contro Premio Carver1° CLASSIFICATO
Premio Speciale della Giuria Casentino – 2018
Premio Internazionale Nabokov – Secondo classificato
Premio Internazionale Lago Gerundo “Ambrogio da Paullo” – 1° CLASSIFICATO
Premio Internazionale  “Salvatore Quasimodo” – Secondo Classificato

INDICE

Prefazione di Claudia Gina Hassan
Introduzione
Capitolo primo
Di ciò di cui non si può parlare è meglio tacere
Capitolo secondo
In quei giorni, laggiù Immagini in cerca di sguardo
Capitolo terzo
La rappresentazione dei campi da L’ebreo errante a La vita è bella 
Capitolo Quarto
Il filone nazi e la questione del genere
Capitolo Quinto
Per un’idea di italianità  nella fiction televisiva della Shoah  
Postfazione di Giulia Fanara
Bibliografia

pag. 11
pag. 15

pag. 43

pag. 141

pag. 251

pag. 275

pag. 321
pag. 365
pag. 375

INDICE

Prefazione di Claudia Gina Hassan pag. 11
Introduzione pag. 15
Capitolo primo
Di ciò di cui non si può parlare è meglio tacere pag. 43
Capitolo secondo
In quei giorni, laggiù Immagini in cerca di sguardo pag. 141
Capitolo terzo
La rappresentazione dei campi da  L’ebreo errante a La vita è bella  pag. 251
Capitolo Quarto
Il filone nazi e la questione del genere pag. 275
Capitolo Quinto
Per un’idea di italianità  nella fiction televisiva della Shoah pag. 321
Postfazione di Giulia Fanara pag. 365
Bibliografia pag. 375

6 commenti su “Le strategie dell’oblio”

  1. Rassegna di poeti scrittori e artisti

    (Il saggio) evidenzia come il filo conduttore di tutte le strategie sia la volontà di contraffazione, di dissimulazione del vero che comporta come immancabile conseguenza la fuga dalle proprie responsabilità, ciò che è una costante della personalità di una parte molto importante della cultura italiana, sia essa di destra o di sinistra, democratica o non, sia essa di ambito religioso, cattolico in particolare…
    Un saggio di straordinaria importanza sia per il significato della cinematografia italiana sul tema, sia sul piano intellettuale che socio-culturale, in uno stile veloce e comunque attento alla precisione e al dettaglio nell’esposizione…

    Rita Mascialino (Cleup edizioni, Padova, 2019)

  2. Close-up

    Di queste interessanti e variegate manipolazioni rielaboratorie del passato si occupa il libro di Alessandro Izzi, un’opera che ha il merito di coniugare una piacevolissima lettura ad una notevole ambizione compilativa del materiale, che mai scade nella mera pedanteria, anzi sempre sorprende per l’attenzione e l’analisi verso molte pellicole sconosciute e/o più o meno (in)giustamente dimenticate. Come nel caso del capitolo dedicato al cinema nazi exploitation (che i tedeschi, notoriamente poco inclini a indorare le pillole, chiamano con sincera brutalità sadiconazista) interessante fenomeno di costume, antropologicamente parlando, ma piuttosto aberrante e come tale di solito relegato a poche righe, che invece in questo caso viene affrontato con attenzione quasi clinica e soprattutto con attenzione strettamente cinematografica.

    Giovannella Rendi

  3. Libertà di Parola

    Se aveva ragione chi disse che bisogna pubblicare solo i libri necessari, questo di Alessando Izzi lo è – è necessario che si approfondisca il tema spinoso e doloroso della Shoah, anche studiando il cinema che ne parla, che la racconta. Il sottotitolo di questo saggio ricorda “Percorsi e ricorsi nel cinema italiano sulla Shoah dal1945 al 2016”: completo ed aggiornato itinerario, quindi, con una vasta bibliografia e una altrettanto importante filmografia.

    Giuseppe Napolitano

  4. Premio Lago Gerundo (Leggi QUI la recensione completa)

    La tesi del libro, come si è già detto, è estrema, ma è quest’aspetto che ne costituisce la peculiarità e la singolarità, cui però, va aggiunto, si associa il pregio di una rilettura di tutto il cinema italiano del dopoguerra, e non solo del cinema, che giustamente può far parte dei libri da collocare negli scaffali importanti, sia della storia del cinema e sia della storia dedicata alla tragicità della storia stessa intestata al capitolo della Shoah.

    Cesare Milanese

  5. PREMIO “VOCI – Città di Roma – Motivazioni

    Le strategie dell’oblio fa luce sul rapporto tra gli italiani e la Storia della Shoah attraverso l’analisi semiotica delle pellicole nazionali che toccano, a volte anche solo di sfuggita, questo tema. Il panorama che ne emerge non è rassicurante: i falsi storici, le bugie bianche, fino a vere e proprie operazioni iconoclaste, restituiscono lo spaccato di una popolazione la cui memoria collettiva è poggiata sull’espressione mistificatoria di “italiani brava gente”. Tra le righe della disamina dell’autore è possibile rileggere sotto una nuova prospettiva il rapporto tra la contemporaneità, la Giornata della Memoria, il revisionismo e l’attuale dibattito sul neofascismo.

    Comitato di lettura Biblioteca “Luigi Chiarini” della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia
    Il Porticciolo

    Roma, 27 maggio 2023

  6. PREMIO ASSOSINDERESI AWARD
    SEZIONE: SAGGISTICA EDITA

    PRIMO CLASSIFICATO

    ALESSANDRO IZZI con l’opera “LE STRATEGIE DELL’OBLIO”

    MOTIVAZIONE: Il saggio, con un percorso approfondito e articolato e un’analisi a vasto raggio sul tema, riflette sul rapporto tra cinema e Shoah, fatto, dapprima, di silenzio (nell’immediato periodo post-bellico) e, poi, di bulimia commemorativa e di saturazione cinematografico-televisiva (negli ultimi decenni), con un’oscillazione tra amnesia collettiva e ridondanza della memoria. L’autore incentra la sua attenzione soprattutto sul tentativo di sminuire e sottovalutare -o addirittura eludere- sia il ruolo dell’Italia sia quello della Chiesa nella persecuzione antiebraica, col conseguente rifiuto dell’assunto del buon Italiano e degli Italiani brava gente, di cui si sente parlare con tono assolutorio, non più dagli storici ma dal senso comune e da certa propaganda politica, sminuendo le responsabilità del nostro popolo e del regime fascista nell’accettazione e promulgazione delle leggi razziali e delle persecuzioni antisemite che ne sono seguite. Il saggio passa in rassegna le pellicole apparse nel corso dell’ultimo settantennio, mettendone in luce titubanze, sottovalutazioni, evasività, rimozioni e censure sul tema in questione. La Shoah, che piaccia o meno sentirselo ripetere, è stata parte integrante anche della storia italiana contemporanea; e, di conseguenza, anche il nostro cinema ne è rimasto coinvolto passando dal quasi silenzio (complice e colpevole) al proliferare di film e documentari, che talora sono scaduti nella retorica acritica e anche astorica; cinema di cui l’autore mette in luce omissioni, sottovalutazioni e mistificazioni, rendendo la Shoah un Male Assoluto quasi metastorico. L’autore -combattendo la sua battaglia contro le strategie cinematografiche dell’oblio- punta il dito contro quella sorta di gesuitismo del nostro cinema, volto a stemperare, sopire, eludere, assolvere quasi i nostri passati comportamenti, stigmatizzando l’habitus nazionale di negare certe nefandezze del nostro recente passato e mettendo in risalto, invece, i tanti vizi e le poche virtù della nostra cinematografia sull’Olocausto (che ha mirato a sminuire le responsabilità del nostro popolo, senza dimenticare però, che anche in Italia ci sono stati dei Giusti, laici e religiosi, credenti e non credenti, espressione del volto umano del nostro popolo). Il saggio -nonostante la sua corposità- è ricco di contenuti e spunti di riflessione stimolanti, temi di cui si discute molto animatamente ancora oggi, ed è un libro di godibile lettura e può altresì avere una finalità educativa contro i rigurgiti neofascisti e neonazisti che nell’aria si respirano in questi anni sempre di più nel nostro Paese, con l’auspicio che almeno il cinema (a differenza del web) possa costituire uno strumento conoscitivo imprescindibile circa gli orrori del passato, possa contribuire a una maggiore conoscenza della storia patria e alla maturazione di una coscienza civile attiva e democratica nelle nuove generazioni.

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